Tutti a volte ci sentiamo arrabbiati, fa parte della natura umana. La rabbia è una reazione emotiva sana quando le cose non vanno come ci aspettavamo, se siamo trattati in modo ingiusto o qualcuno ci ferisce. Al pari di ogni altra emozione anche la rabbia può essere una risorsa positiva, segnalandoci che qualcosa non va nella nostra situazione e agendo come una forza positiva verso il cambiamento.
È normale che i giovani a volte trovino difficile gestire la loro rabbia: ricordiamo che stanno affinando le competenze emotive e che i circuiti cerebrali responsabili della regolazione delle emozioni non arriva a completa maturazione prima dei 20 anni circa.
Ma la rabbia può diventare problematica o il sintomo di una patologia se diventa opprimente, fuori controllo, se provoca intensa sofferenza, se influisce pesantemente negli ambiti di vita o si manifesta con comportamenti distruttivi verso se stessi o gli altri. I sentimenti di rabbia e il comportamento aggressivo che ne può conseguire possono essere una sfida enorme per un genitore di un adolescente, i suoi familiari o chi svolge un ruolo educativo.
Tra le emozioni che vediamo nella generazione di ragazzi che hanno attraversato più di un anno di Covid e ripetuti lockdown, c’è la rabbia: un’emozione che non ha trovato spazio di racconto, di sfogo e di rispecchiamento nel gruppo dei pari e che può comportare difficoltà di gestione per gli adulti di riferimento. In questo approfondimento, cerchiamo di riflettere su come affrontarla nella relazione con l’adolescente.
I segnali della rabbia
Se un ragazzo non è in grado di dirlo a parole, userà spesso il suo comportamento per comunicare come si sente. Un giovane esprimere la rabbia in diversi modi:
- essere aggressivo verso l’esterno, ad esempio aggredire verbalmente o fisicamente le altre persone, gridare, colpire o rompere cose
- essere aggressivo verso se stesso, con una forte autocritica o attuando autolesionismo (es. fereirsi, tagliarsi, bruciarsi)
- usare un‘aggressività passiva: chiudersi nel silenzio, ritirarsi, ignorare le persone, essere sarcastico o imbronciato
- sentirsi molto spesso teso, incapace di rilassarsi o facilmente irritabile
- avere una forte tensione accumulata a livello corporeo, tachicardia, dolori muscolari
- avere difficoltà a concentrarsi o a pensare lucidamente
Nell’adolescenza spesso la rabbia manifesta può segnalare – e al tempo stesso mascherare – altre emozioni più interiorizzate come paura, ansia, tristezza, e difficoltà a far fronte a una situazione difficile a scuola, a casa o in un altro ambito della sua vita. Per alcuni giovani, sentirsi più irritabili o più arrabbiati del solito può essere, ad esempio, segno di umore basso, di uno stato depressivo o di ansia, soprattutto se questa emozione si protrae per un lungo periodo di tempo e non si modifica in risposta agli eventi.
Ricordiamoci quindi che un ragazzo che si sente arrabbiato per la maggior parte del tempo probabilmente non si sente felice e pertanto – anche se non è sempre semplice – ciò di cui ha più bisogno è sentirsi compreso e sostenuto mentre affronta le sue sfide quotidiane.
Rispondere a un adolescente arrabbiato
Di seguito trovi qualche suggerimento su come affrontare la rabbia di un adolescente nel momento in cui si manifesta.
Cerca di separare i sentimenti di tuo figlio dal suo comportamento. Ricorda che tutti i sentimenti vanno bene ma non tutti i comportamenti, pertanto accettare quello che prova non implica che tutti i comportamenti sono accettabili. Se è il caso, spiega con calma e fermezza perché il suo comportamento non va bene. Ricorda che, sebbene tuo figlio possa opporsi ai limiti e alle regole, in realtà ne ha bisogno per sentirsi al sicuro e accudito.
Cerca di non arrabbiarti a tua volta. Questo peggiorerebbe solo il tuo rapporto con lui, oltre a non risolvere il problema connesso alla sua rabbia. Se non ti senti abbastanza in controllo, è meglio aspettare di calmarti e parlarne più tardi. Fai attenzione anche al tuo comportamento non verbale: mantieni una voce calma, il volto il più possibile rilassato e la postura del corpo aperta, ad esempio evitando di incrociare le braccia.
Evita di insistere con le domande se si sente troppo arrabbiato o agitato. Se il problema di tuo figlio non è urgente, offrigli tempo e spazio per calmarsi. A volte avere solo mezz’ora per ascoltare un po’ di musica, fare una passeggiata o svolgere un’attività che gli piace può aiutarlo a sentirsi più tranquillo. Per il momento è sufficiente fargli capire che riconosci come si sente e che potrete parlare di quello che sta succedendo quando si sentirà pronto.
Aiutare un adolescente a gestire la sua rabbia
I suggerimenti che seguono possono essere utili per aiutare l’adolescente, nel corso della sua crescita e in chiave collaborativa, a diventare sempre più padrone delle sue emozioni.
Parla a tuo figlio di quello che sta succedendo. In un momento di calma, cerca di esplorare cosa lo fa arrabbiare, facendo attenzione a lasciarlo esprimere senza giudicare e prestando attenzione, non solo alle parole ma anche ai silenzi, e segnali più sottili e le emozioni che ci sono dietro.
Se non vuole parlarne direttamente, cerca altri modi per comunicare. Pensa ad altri modi creativi per stabilire un contatto che siano vicini alla sua esperienza: potresti inviargli un messaggio, fare una passeggiata insieme, fare insieme un’attività (es. a casa, sportiva) che sia rilassante e durante la quale poter dialogare.
Aiutalo a identificare gli attivatori della rabbia. Indagare insieme i fattori scatenanti e i segnali premonitori (es. frustrazione, sensazioni nel corpo) della rabbia può aiutarlo a intervenire per modularla prima che diventi fuori controllo. Una buona idea può essere tenere un diario in cui registrare gli eventi scatenanti degli episodi di rabbia, i segnali fisici, i pensieri e come ha gestito l’emozione o si è comportato in quella situazione: il diario sviluppa un distanziamento del ragazzo dalle sue emozioni intense e favorisce la consapevolezza di sé.
Aiutalo a trovare delle strategie personalizzate per canalizzare la rabbia. Non ci sono strategie che vanno ugualmente bene per tutti: si tratta di provare e scoprire cosa è più di aiuto per lui. Alcune strategie sono:
- tecniche di rilassamento
- meditazione
- fare passeggiate, corsa, andare in bici…
- azioni energiche come prendere a pugni un cuscino, lanciare una palla ecc…
- attività creative (disegnare, scrivere canzoni, suonare)
- esercizi di respirazione: un modo semplice è concentrarsi sulle sensazioni del respiro per qualche ciclo a occhi chiusi o socchiusi, e progressivamente allungare l’espirazione rispetto all’inspirazione (es. contando mentalmente durante l’espirazione per allungarla più possibile).
Crea insieme un piano d’azione . Quando le cose sono calme, pensa insieme a cosa succede quando sono arrabbiati, come vorrebbero che tu rispondessi, come potrebbero essere in grado di esprimere la loro rabbia e quali saranno le conseguenze per qualsiasi comportamento che supera un confine. Tuo figlio potrebbe avere idee proprie e più è coinvolto nel discuterne, più è probabile che si impegni in seguito.
Sii una base sicura, ma mantieni i limiti. Di fronte a un giovane che attraversa ogni giorno l’incertezza, la sfida per l’adulto è tenere insieme due istanze: da una parte, fornirgli una base stabile che dia sicurezza e la certezza che ci saremo nel momento del bisogno; al tempo stesso, stabilire limiti fermi e regole coerenti che comunichino al ragazzo quali comportamenti sono accettabili e quali no, e rendano chiare le conseguenze di certe scelte. I limiti e le regole dovranno essere via via rimodulati nel corso della maturazione del ragazzo.
Offri un modello del comportamento che vorresti da lui. Ogni figlio impara da un genitore più di quanto si possa immaginare: lo fa non solo ascoltando, ma anche osservandolo. Essere un genitore non significa certo non sbagliare o non perdere mai la pazienza, ma possiamo approfittare proprio dei nostri sbagli con lui per mostrargli un buon modo di affrontare i momenti difficili. Ad esempio, se gli hai fatto un torto, quando siete entrambi calmi chiedigli scusa, spiega che cosa provavi in quel momento e ribadisci la tua volontà di essergli di aiuto, un alleato. Anche sviluppare tue risorse personali nella gestione sana della tua rabbia ti permette di offrirgli un modello positivo, oltre a farti stare meglio.
Tu che rapporto hai con la tua rabbia? Come potresti diventare un “allenatore emotivo” più efficace con tuo figlio?
Adattato da: https://youngminds.org.uk/find-help/for-parents/parents-guide-to-support-a-z/parents-guide-to-support-anger/